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A un primo approccio, può forse apparire strano che Michel Henry, dopo aver racchiuso le sue prime fondamentali ricerche sul senso dell'ego e sulla ontologia fenomenologica universale nell'essenza della manifestazione, abbia poi deciso di dirigere la propria attenzione a questioni, per dir cosa, regionali, soffermandosi in particolare sulle tesi della psicoanalisi, sulla natura del corpo e sull'estetica kandinskyana. Gli studi qui presentati si propongono di affrontare proprio questi aspetti del labirintico percorso concettuale henryano, provando a elucidare talune difficoltà che possono emergere allorquando si affrontano temi quali la corpor(e)alità, l'inconscio e soprattutto la vibrazione dell'invisibile allorché questo si rivela nella (de-)figurazione pittorica.